Cavolfiori

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Alla famiglia del cavolo, la Brassica Oleracea, pianta erbacea delle Crucifere, sono riconducibili una gran varietà di ortaggi, tutti derivanti dalla varietà spontanea autoctona nella regione mediterranea.
La Brassica Acephala, cioè i cavoli a foglia, quasi tutti usati come foraggio per animali, ad eccezione del cavolo nero di toscana, di cui si fanno ottime zuppe e non solo.
La Brassica Botrytis, dalla grossa infiorescenza carnosa globosa o appuntita: il Cavolfiore e il cavolo romanesco.
La Brassica Capitata, cioè con testa molto chiusa e compatta, di colori dal verde chiaro al violaceo: il cavolo cappuccio.
La Brassica Cauliflora, con peduncoli floreali poco serrati e raccolti in sommità ad ombrello, come i Broccoli.
La Brassica Gemmifera, quella formata da numerose gemme: il cavoletto di Bruxelles.
La Brassica Sabauda, con foglie increspate e raccolte strettamente a formare una testa: la verza.

Il cavolo fu oggetto di raccolta prima e di coltivazione poi, sin dai tempi preistorici.

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CURIOSITÀ

Il cattivo odore che si sprigiona dalla cottura dei cavoli, è dovuto alla presenza in essi di composti di zolfo, che tuttavia svaniscono completamente dopo un quarto d’ora circa di cottura.

I cavoli, come tutte le Crucifere, sono degli “spazzini” del terreno: hanno infatti la caratteristica di assorbire e trattenere nei propri tessuti sostanze inquinanti, come i metalli pesanti, contenuti nel suolo e esercitano quindi un’azione depurante. E’ molto importante, per questo motivo, che vengano coltivati a scopo alimentare in terreni che non siano inquinati.

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